Chi sono

Maggio 2006 

C’È STATO SEMPRE MOLTO MOVIMENTO NELLA MIA TESTA: PENSIERI, SENSAZIONI, INTUIZIONI, IMMAGINI, COLORI ED IN QUALCHE MODO DOVEVANO VENIRE FUORI..."

Come definire quest'arte, arte elettronica, computer art, oppure…?

Computer art, potrebbe andare bene. Arte elettronica non mi piace, perché sembra darmi  più la sensazione di qualcosa di non tangibile, di virtuale, di non concreto. E le mie creazioni non le vedi solo al monitor, le stampo e possono essere dei veri e propri quadri. 
Faccio stampare le mie creazioni da un laboratorio di fiducia, tecnicamente si dice che è una stampa su tela o carta fotografica ad impressione ottica e sviluppo chimico; ho provato a mettere alcune prove d’autore nella vasca con acqua bollentissima e sono rimaste intatte. Al di là delle definizioni preferisco stampe di alto livello qualitativo.

Sono in vendita queste opere?

No, ne regalo alcune a chi mostra interesse. 

La tiratura è limitata ?

Sì, ho deciso che per ogni mio lavoro – tranne eccezioni che eventualmente comunico – produco e firmo una sola stampa su tela, un certo numero di stampe e prove d’autore, la tiratura viene specificata nel sito. Non escludo che se avrò fortuna e riterrò opportuno, forse, produrrò anche serigrafie.

La creazione avviene soltanto al computer, oppure anche attraverso metodi tradizionali: olio su tela, acquarello, acrilico…?

Assolutamente no! I miei strumenti del mestiere sono il mouse, la penna ottica, e la mia tela è il monitor. Spesso faccio qualche schizzo a mano, ma poi con lo scanner lo porto al computer per continuare.  Olio su tela? no, qualche volta ho provato a fare qualcosa  con olio su teglia :-), e non è venuto male!
 Non escludo che in un futuro possa produrre qualche opera anche in modo tradizionale, ho intenzione di fare qualche corso di pittura e imparare a usare anche il pennello e qualche tecnica fondamentale. Ma questo, preciso, solo per la mia grande sete di curiosità e voglia di apprendere sempre cose nuove. L’importante per me è il risultato finale, le emozioni che dai a chi osserva un tuo lavoro. Poi che un oggetto lo disegni con la matita o con il pennello o che lo disegni con la penna ottica o il mouse per me è lo stesso. Io disegno tutto a mano tranne in alcuni casi come ad esempio quando devo creare un riflesso sull’acqua o una bolla di sapone, ad esempio, in quel caso uso degli effetti perché non so farlo a mano.  Ma questa è una questione di tecnica non di creatività e la creatività per me è quello che conta quando realizzi un’opera. Se io per qualche mia opera dovessi aver bisogno di una mela, per esempio, sicuramente la disegno in modo molto elementare e anomalo ma se per qualche circostanza particolare, ma non credo comunque accada, dovessi aver bisogno di una mela perfetta in tutti i suoi dettagli, allora non ho nessun problema a farmela disegnare o fare una foto e a importarmela; ah, si intende, prima proverei a disegnarla con la penna ottica, ma non credo di essere in grado di disegnare una mela così perfetta.
E soprattutto non credo che in qualche mia opera avrò bisogno di un oggetto così perfettamente disegnato;  amo l’astratto, il surreale, l'imperfetto, e quando realizzo qualcosa di figurativo amo farlo in modo elementare, strano, inserito comunque in un contesto non razionale, anticonformistico. 
Bisogna buttare fuori quello che si ha dentro, non bisogna pensare troppo, ma agire. Se una persona non sa neanche disegnare un alberello e crea quello che ha nella testa semplicemente pensando a un alberello, va benissimo. Poi se proprio vuole un alberello lo importa facendo delle operazioni di taglia e incolla, per me va benissimo, a me personalmente interessa osservare il risultato finale e capire quello che c’è dietro a livello emozionale, non di come ha fatto l’artista a disegnare quell’oggetto e di quanto tempo ci ha messo o… Nelle mie opere non esiste razionalità, logica, regole, può non esistere prospettiva (e questo non solo perché non so disegnare bene – questo è l’ultimo dei motivi -, ma per tutto quanto ho evidenziato riguardo la spontaneità delle emozioni): se la mia testa mi dice di accostare due colori contrastanti io lo faccio tranquillamente, per la mia mente vanno bene, se a qualcuno disturba perché avverte una sensazione aspra nel vederli o perché le regole dicono il contrario, me ne frego,  non uccido le mie sensazioni, la mia spontaneità e soprattutto io non tralascio niente, sono molto istintivo, quello che ho dentro lo trasformo in segni e colori. Poi può succedere che quello che viene fuori non mi piace e allora o lo limo, lo modifico o se proprio non mi convince lo butto via. E soprattutto io creo per me, perché è questo che mi fa stare bene; continuerò a buttar fuori quello che ho dentro, perché mi emoziona e da soddisfazione.   
Per il momento mi fanno bene molti riscontri  positivi, che ho avuto specialmente dai miei amici che sembrano sinceri; mi ha fatto molto piacere avere consensi dall’architetto Bruno Pietro Sannazzaro, a lui piacciono quasi tutti i miei lavori, ma in particolare ha apprezzato New York Evening e Ristrutturazione o Reorganitation (qui ci sono due ­– o forse più – livelli di lettura: uno più profondo che può far pensare a una ristrutturazione mentale – quella che probabilmente qualcuno pensi serva a me, ah ,ah ah, ma annullerebbe la mia creatività –, l’altro, più superficiale, può far pensare a una ristrutturazione di una casa, di un capannone, che ne so,  di un palazzo antico).
Non lo so come faccio, avviene tutto al momento e senza metodi. Non è come avere un testo in italiano e tradurlo in un’altra lingua. Lì ci sono le regole i metodi. Non esiste nulla che ti fa passare da quello che hai dentro ai segni e colori in modo immediato, diretto . Nella testa a volte è tutto così movimentato, indefinito, sbiadito.

Artisti preferiti?
Ne ho tanti, ora mi vengono in mente Kandinsky, Togo... Van Gogh

E la fotografia, può essere considerata una forma espressiva artistica?

Se fatta in un certo modo. Se non riproduce proprio in modo verosimile un oggetto o un ambiente o un individuo ma lo fa in modo “falsato”, particolare; insomma con un qualcosa di diverso dal normale. L’arte non deve essere "normale", una imitazione del reale ma un’alterazione della normalità. 
È difficile, forse, spiegare con le parole certi concetti, certe sensazioni, è qualcosa che ha a che fare con l’inesprimibile, che lo si può capire solo attraverso delle sensazioni che se ti vengono. Tra le mie creazioni c'è anche qualche foto. Io faccio foto a caso, le guardo ingrandendole al pc e vedo se hanno qualcosa di particolare per essere una creazione artistica, magari facendoci qualche intervento.  

Nasce prima il titolo e poi l'opera?

Spesso è così ma non sempre. domanda equivalente a quella che si può fare a un cantautore: scrive prima il testo e poi ci mette la musica? A volte titolo e disegno nascono insieme,  o quasi,  come  è avvenuto per Ragazza che dorme con impronte  (Sleeping girl with marks ), il titolo mi è venuto in fase di realizzazione ma solo in parte: l’avevo intitolato Ragazza che dorme, sleeping Girl, poi quando pensavo di averla finita, mi è passato per la mente un pensiero velocissimo e io l’ho afferrato al volo: ho pensato, nel vedere una prima prova d’autore, appoggiata sul divanetto in cucina, che Emilio, il mio gatto, potesse camminarci sopra e allora sono andato al computer e ho aggiunto delle impronte, non di gatto, impronte e basta, di un non so che, ed ho concluso Sleeping girls with marks.

In che momento della giornata l'ispirazione è maggiore?

Generalmente nel silenzio di una notte alta, quando non riesco a dormire e  sono preso da pensieri e passioni  profondi. Lì faccio follie d'autore! 

E la scrittura?
Sì, ho scritto tanto: pensieri, racconti, ho in sospeso due romanzi, c’è stato sempre molto movimento nella mia testa: pensieri, sensazioni, intuizioni, immagini, colori e in qualche modo dovevano venire fuori, altrimenti sei insoddisfatto.
Comunque ho capito che al momento Immagini e scrittura sono i modi  più adatti a esprimere ciò che ho dentro. Per arrivare a questo ho dovuto sperimentare tanto e per tanti anni, sono dovuto passare dalla scrittura, alla musica, alla recitazione, ma tutto questo mi è servito molto per capire. Per capire bene bisogna sperimentare molto perché certe cose le capisci solo vivendo. E chissà che in un futuro non scopro altre passioni e forme d’arte ancora più adatte a me.

Aspettative per il futuro?

Tante idee e tanta creatività.